Oggi voglio sfatare quei miti sull’algoritmo di Instagram che girano da tempo e, ti avverto, cambierà il tuo modo di approcciarti a questo social.
Instagram, qualche tempo fa, ha creato un profilo chiamato @creators dove spesso tratta di questi argomenti e chiarisce alcuni aspetti della piattaforma.
Iniziamo!
Miti da sfatare sull’algoritmo di Instagram
Preparati perché sarà dura sentir sbriciolare in un attimo ciò che credevi o ti avevano detto fino ad oggi…
Tutti i tipi di profilo sono trattati allo stesso modo
Hai un profilo personale e vuoi passare ad un profilo aziendale o creator e credi che questo passaggio influisca in meglio o in peggio sul tuo engagement?
Sbagliato.
Instagram ha infatti confermato che tutti i tipi di account sono trattati allo stesso modo dall’algoritmo.
Ogni tipo di account ha funzioni in più e differenti in base all’attività che si vuole svolgere su Instagram, ma questo non influisce sull’engagement né in modo positivo né in negativo.
I commenti “corti” valgono come qualsiasi altro
Non so se ti è mai capitato di leggere le regole di alcuni gruppi POD di Telegram o Instagram in cui ci si scambia Like e commenti.
Tra queste si trova sempre la regola inerente ai commenti che devono essere di almeno 5-6 parole, altrimenti l’algoritmo non lo conteggia “realmente”.
Sbagliato.
Instagram ha infatti confermato che anche un commento di una o due parole, o soltanto un commento contenente una semplice emoji, ha valore per l’algoritmo e viene conteggiato ugualmente come interazione.
Che poi questi gruppi Telegram siano totalmente inutili è un altro discorso.
I primi 30 minuti dopo la pubblicazione di un post NON sono fondamentali per il suo “successo”
Questo mito gira da anni e per molti è una batosta bella forte.
Soprattutto chi utilizza o utilizzava i gruppi POD su Telegram tendeva a pubblicare un post poco prima dell’inizio di un round credendo che il post, che nel giro di 30 minuti otteneva le interazioni dal gruppo Telegram, avrebbe avuto più successo e sarebbe finito in Esplora.
Beh, non è così.
L’algoritmo mostrerà i tuoi post agli utenti che interagiscono regolarmente con il tuo profilo, qualsiasi sia il tipo di interazione.
Questo vuol dire che continuerà a mostrarlo allo stesso modo anche dopo i 30 minuti dalla pubblicazione del post.
L’importante è capire quando pubblicare i propri post e farlo in un orario dove i tuoi follower sono spesso online, per tenere alto il numero di interazioni.
Foto e video hanno la stessa importanza (quasi)
L’algoritmo di Instagram non ha una preferenza tra foto e video, ma li tratta allo stesso modo.
Quindi per quale motivo si dice che i video hanno un alto tasso di interazioni rispetto alle foto?
Semplicemente perché sono gli utenti a preferire questo tipo di contenuti. Quindi se un utente interagisce più spesso con i video, l’algoritmo gli mostrerà più contenuti video sia sul feed che in Esplora.
Lo stesso per chi interagisce di più con le foto.
Quindi perché quel “quasi”?
Secondo me Instagram non è stato molto sincero su questo punto, ed il motivo è molto semplice.
In Esplora, infatti, un video prende lo spazio di 4 foto e quindi ha più visibilità rispetto ad un classico post con un’immagine o una foto. Mentre per quanto riguarda i Reels prende l’intero spazio in evidenza e se si scorre giù gli spazi che occupa sono 2 a causa del formato verticale.
Quindi saranno anche trattati allo stesso modo dall’algoritmo, ma i video avranno sempre un vantaggio in più grazie al modo in cui vengono mostrati su Esplora.
Le interazioni false non vengono conteggiate dall’algoritmo
L’algoritmo di Instagram è molto intelligente e capisce da dove vengono le interazioni. Quindi le interazione false provenienti da bot o gruppi POD (di cui ho accennato prima), non vengono conteggiate dall’algoritmo.
Per questo motivo i gruppi Telegram di scambi like e commenti sono totalmente inutili ed una gran perdita di tempo. Anche se tu vedrai millemila like e commenti sul tuo post provenienti da gruppi Telegram, queste interazioni saranno semplici vanity metrics e per l’algoritmo valgono zero.
Forse questa strategia poteva funzionare anni fa quando l’algoritmo non era così “preparato” e sorvolava certe cose, ma ora è totalmente inutile.
Conclusioni
Come hai potuto capire, non c’è un modo per fregare l’algoritmo ma bisogna soltanto capire come funziona e costruire una strategia in base al suo funzionamento.
Questi falsi miti non hanno fatto altro che far perdere tempo a tantissimi utenti credendo di poter aggirare l’algoritmo per poter aumentare il numero di follower e migliorare l’engagement.
Ma tutto ciò che conta sono sempre i contenuti.
Conoscevi già qualcuno di questi falsi miti? Fammelo sapere nei commenti.